La fotografa Majorie Content (1895-1984) fu una donna mite e senza pretese che tenne il suo lavoro soprattutto per sé. Ha pubblicato raramente e non ha mai esposto i suoi lavori. Tra i suoi amici più stretti c’erano diversi artisti famosi, come Alfred Steigliz, la pittrice Georgia O’Keeffe, il drammaturgo Maxwell Anderson e il romanziere Kay Boyle. Sebbene non si sia mai riferita a se stessa come un’artista, lavorò costantemente come fotografa per quindici anni, all’insaputa di quasi tutti i suoi amici artisti.
Per la gran parte della sua vita fu una musa e una fonte di incoraggiamento per gli altri, compreso il suo quarto marito, lo scrittore Jean Toomer, e Georgia O’Keeffe. Jill Quasha rimase affascinata dal lavoro di Content e in questo bel volume presenta sia le fotografie, sia alcuni saggi biografici e critici di tre distinti autori. Nelle sue pagine vediamo i suoi piccoli, lirici scatti: vedute di Washington Square dall’alto che enfatizzano strutture e forme; ritratti, nudi e still life che mettono in evidenza la poesia della luce sulle superfici; panorami dell’Ovest e studi di nature morte che raggiungono l’astrazione, molto in anticipo rispetto a quando sarebbe avvenuto nell’arte americana del tempo; e una serie di ritratti in movimento e di gruppi di nativi americani del Nuovo Messico e dell’Arizona – tutti espressione dell’anima calma e contemplativa di Marjorie Content.
La scoperta di queste fotografie non solo aggiunge in modo significativo consapevolezza alla nostra conoscenza delle capacità poetiche della fotografia, ma è la prova evidente che un’artista può lavorare con ambizione e successo nonostante la mancanza di incoraggiamento e di riconoscimento nel corso della sua vita.
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Pubblicato da W.W. Norton & Co., 1994
17 × 23,5 cm
160 pagine
Oltre 100 fotografie b/n
Isbn 9780393036824