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Intervista a Lorenzo Mattotti

Riproponiamo lโ€™intervista a Lorenzo Mattotti che Il 16 ottobre 2020 l’illustratore ha rilasciato per Artribune, rispondendo alle domande di Elena Arzani. Lโ€™occasione era la recente inaugurazione della mostra ยซPatagoniaยป, curata da Melania Gazzotti, che si รจ tenuta presso il centro culturale Mutty dal 4 ottobre al 5 novembre 2020.


La mostra

Qualche anno fa ha esposto alcune immagini della Patagonia allโ€™interno della mostra ยซSconfiniยป a Villa Manin, a Udine. Come รจ nata questa mostra?
Non avevo mai pubblicato interamente questo quaderno, che era uscito parzialmente in qualche catalogo, quando avevo fatto una mostra con Cristina Taverna. Cosรฌ lโ€™ho proposto. Per me รจ un grande piacere pubblicarlo tutto intero, in piรน abbiamo aggiunto lโ€™altro quaderno di viaggio con gli appunti e i disegni piรน veloci. I ragazzi di Mutty sono molto motivati, propongono cose raffinate. Lo spazio si presta. La mostra รจ minimalista. Non ci sono ingrandimenti, bensรฌ serigrafie di queste immagini.

Penso lo spazio si adatti bene, รจ piuttosto intimo, coerente. La curatrice, Melania Gazzotti, si รจ occupata anche della mostra a Marsiglia sullโ€™Invasione degli orsi in Sicilia. รˆ brava, ha organizzato la mostra a New York sulle copertine del New Yorker. Quando si mette in testa qualcosa, lei riesce a farla. Non รจ facile trovare questi spazi, organizzare una mostra, realizzare un libro e catalogo.

Melania Gazzotti sfoglia il taccuino originale

La Patagonia e il silenzio

La Patagonia รจ, prima di tutto, un luogo della mente?
Quando sei in quei grandi spazi, lโ€™emozione nasce da ciรฒ che vedi a 360 gradi. Il paesaggio non รจ una linea dโ€™orizzonte, รจ tuttโ€™intorno, ed รจ estremamente melodico. Passando ore in macchina, viaggiando per chilometri, lโ€™occhio incontra continuamente delle linee che si alzano, si abbassano, si approfondiscono, si allontanano, fino ad arrivare a un grande canyon, che disegna unโ€™altezza.

Ho cercato di riassumere in questi disegni quelle sensazioni di profonditร , quelle linee che costruiscono lo spazio. Provare a fissarle sulla carta, era questo il tentativo. Una specie di solfeggio, di musica, di melodia degli occhi, attraverso questo territorio dove non ci sono rotture improvvise, come ci possono essere in un contesto urbano.

La sensazione รจ che abbia โ€œmusicato il silenzioโ€, la quiete dellโ€™animo, che non รจ statica, ma unโ€™emozione e una conquista in costante movimento.
Le linee dello spazio sono molto musicali per me. Quando si guarda un grande paesaggio, lo spazio non รจ silenzio, bensรฌ armonia con i suoi gialli, verdi, blu, grigi. รˆ una musica astratta, รจ chiaro che sia dentro la testa, ma รจ un silenzio melodico e molto armonioso.

Mattotti e la musica

Ha un approccio sinestetico allโ€™illustrazione?
Credo di sรฌ. La musica mi ha sempre affascinato per le immagini che mi ha evocato. A volte, esagerando, ho detto che la musica mi ha aperto piรน prospettive nel disegno che non la storia dellโ€™arte. Ascoltando certe musiche e composizioni, รจ come se si creassero nuovi spazi, colori e forme, nel mio immaginario. Questo mi influenza molto mentre lavoro e credo vi sia sempre un tentativo di musicalitร  allโ€™interno dei miei disegni.

Ho un rapporto con la musica molto intenso. Lo scorso anno ho collaborato con lโ€™orchestra filarmonica di Parigi. Abbiamo messo in scena Hansel e Gretel, con la musica di Engelbert Humperdinck. Durante lo spettacolo, per il quale avevamo creato un testo parlato, abbiamo proiettato alcuni miei disegni. In alcuni momenti io disegnavo dal vero, dipingendo le immagini su un grande schermo allโ€™interno del teatro. รˆ stato molto emozionante, unโ€™esperienza forte.

Una delle tavole originali di Patagonia โ€“ Lorenzo Mattotti

Parlando del suo recente cartone animato: La famosa invasione degli orsi in Sicilia, tratto dal romanzo omonimo di Dino Buzzati, qual รจ il suo rapporto con lโ€™illustrazione e con lโ€™animazione? รˆ un salto dimensionale enorme, non facile da condensare in poche parole. Per cinque anni ho lavorato solo a quello. รˆ un progetto che ti assorbe completamente. Io avevo deciso di seguirlo quotidianamente, ad esempio, insieme a una รฉquipe di collaboratori e tecnici. Si รจ trattato di una grande sfida, una scommessa. Ho voluto tener duro fino alla fine.

Ha rivoluzionato il mio rapporto con il lavoro e il disegno, a tratti positivamente. Il cinema e il cartone animato sono un mondo molto diverso dal mio lavoro in studio, dalle mie ricerche, in uno spazio intimo. Nel cinema sei costantemente circondato da persone, hai un budget importante, devi sempre coordinare, cercare di spiegare quello che hai nella testa. รˆ un progetto complicato e devi reggere. Il desiderio era di creare una grossa produzione.

Lorenzo Mattotti e Dino Buzzati

E per quanto riguarda il rapporto con Buzzati?
Buzzati รจ parte della mia cultura grafica, mi ha influenzato tantissimo fin da quando ero
ragazzo. Mi ha sempre accompagnato. Il suo mistero mi ha ispirato in diversi momenti, ad esempio, nel mio primo cortometraggio, che era piรน โ€œ buzzatiano โ€ dellโ€™invasione degli orsi. Tutto in bianco e nero, misterioso, e legato al coccodrillo di Mantova.

Quindi fin dallโ€™inizio avevo deciso di partire dai suoi disegni, per creare il mondo del film. I particolari che lui metteva nei suoi disegni noi li abbiamo spettacolarizzati. Le silhouette e tutto ciรฒ che potevo cogliere, dai personaggi alle situazioni che lui descriveva nel libro, sono stati inseriti. Vi sono altri riferimenti a sue immagini e scritti tratti da altri libri. Buzzati รจ lรฌ, respira nel film, insieme al mio lavoro. Lโ€™estetica del film in conclusione รจ stata il risultato dellโ€™apporto di diversi talenti. Chiaramente, io tenevo il timone.

Deve essere stata unโ€™esperienza entusiasmante. 
Ci sono stati momenti di grande entusiasmo, quando i primi personaggi iniziavano a muoversi, le prime scenografie e compositi si animano e iniziano ad avere una propria vita. In questo lavoro si procede a tappe, รจ estremamente metodico. Alcuni momenti ti caricano di un entusiasmo che devi trattenere per andare avanti. รˆ un progetto estremamente lungo. Il rapporto con lโ€™รฉquipe รจ stato molto bello: quando hai intorno persone che disegnano tutto il giorno, con il loro computer, ti sembra di essere in un convento amanuense. Tu controlli e cโ€™รจ un certo piacere in tutto questo.

L’intervista originale a Lorenzo Mattotti :
https://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/who-is-who/2020/10/intervista-lorenzo-mattotti-patagonia-mostra-mantova/

Elena Arzani รจ art director e fotografa, ha studiato presso il Masters of Arts, Central St. Martinโ€™s di Londra. Ha esperienza professionale ventennale nei settori della moda, della pubblicitร , dell’editoria, dellโ€™arte contemporanea e della musica. Vive a Milano e Londra.

Lorenzo Mattotti รจ un celebre illustratore italiano. Qui la sua bio.

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